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RITORNO

 

I luoghi, che l'infanzia

esplorava stupita,

aspettando miracoli

in fondo a ogni sentiero

sono inganni che scorrono

fuori del finestrino.

Oggi che la vita mi abbaia

come un cane provocato,

un muto rancore m'estrania

da chi un tempo m'illuse

e parto da stazioni desolate

senza addii.

Pure, mentre m'inoltro,

una parola sola o un segno amico

mi commuovono sempre:

così semino

sofferenze per il domani.

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SESTILIO 

 

Rilievi d'età morte la tua casa,

all'ombra di alti pini sonnolenti,

lambivano. Un torrente rifluiva

di sole dalle crepe dissepolte.

L'ansa larga del fiume confinava

l'orto, ove m'illudo tu ritorni,

in rispecchi di tronchi e di fogliame.

 

Scendiamo nei viottoli battuti,

ora che questo un altro tempo inghiotte,

e a quella pianta nostra nera e verde

tu mormora soltanto una parola,

che m'induca

nel tuo pallore spento

di molecole inesplorate:

nella tua morte, in bilico al colloquio,

che con la vita tenta disperata.

Ma la tua voce nota si consuma

nel vuoto immenso tetro e sconosciuto

ed il presente, come in un delirio,

irrompe, lacerando le stagioni

del lontano passato

e ci distacca ancora in archi estremi

d'orbite, che non s'incontrano.

 

 

 

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AUTUNNO

 

Questo tempo germìto di pioggie,

che ingombrano l'aria;

questo tempo, che mai si rinnova,

ogni giorno eguale,

che ignora i tramonti violenti

con le sue sere prevedute;

questa lunga stagione che dice

litanìe di tristezza

e par che scenda inesorabilmente

in un sepolcro;

questo tempo consunto, che declina

a bocca chiusa,

senza sussulti e s'inoltra

nelle notti lunghissime;

questo tempo somiglia ad una età,

che prossima mi aspetta

e mi raggela.

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